Archivio per Helmut Friedel

Un Fortino per Broadbeck

Posted in recensioni mostre arte contemporanea with tags , , , on febbraio 7, 2010 by vince1971

Foundation what a passion, lo slogan è quasi scontato per l’avvicendarsi nel giro di due giorni di due eventi di primo livello per l’arte contemporanea a Catania.

Il 21 scorso, presso la Fondazione Puglisi-Cosentino si è inaugurata la mostra  “Costanti del classico nell’arte del XX e XXI secolo” con pezzi unici di maestri conclamati e inaugurazione a inviti, conferenza stampa inclusa.

Il 22 è stata poi la volta della Fondazione Brodbeck con le istallazioni di Michael Beutler presentate nello scenario unico di un ex fabbrica primo-novecentesca recuperata a spazio espositivo ma anche a residenze d’artista, foresteria e laboratorio progettuale. Niente conferenza stampa.

Mattino luminoso di quasi primavera a Catania domenica scorsa: “Giorno molto felice” e “coronazione di un sogno”, sono queste le frasi che Paolo Brodbeck ha usato per presentare il suo programma di rilancio in chiave contemporanea dell’arte a Catania proiettandola così d’un tratto – dopo decenni di underground – al crocevia delle rotte della sperimentazione internazionale.

Si chiama “Fortino 1” il progetto espositivo inaugurato dall’artista tedesco Michael Beutler e curato da Helmut Friedel, Giovanni Iovine e Salvatore Lacagnina. Un vero e proprio comitato scientifico per un progetto di ampio respiro: i tre curatori scelgono ciascuno quattro artisti emergenti sulla scena della sperimentazione artistica internazionale che lavoreranno a turno  alla fondazione fino al 2013. La vecchia fabbrica di liquirizia torna così a pulsare di vita con un susseguirsi di residenze, project work, mostre.

Motivo guida di Fortino 1 è l’interazione estetica con l’ambiente circostante, il quartiere in cui la fondazione ha scelto di essere inserita: San Cristoforo, il “barrio” sorto su una lingua di lava dell’ eruzione del 1669 che seppellì i bastioni del limitrofo Castello Ursino ridisegnando la costa catanese. Alla fine dell’Ottocento il quartiere divenne sede di molti stabilimenti industriali e luogo di una specifica urbanizzazione che conserva intatti i moduli dell’epoca, un patrimonio inestimabile di  “archeologia industriale”, vero e proprio polo turistico culturale alternativo al barocco.

Scelto dal conterraneo Friedel, il 33enne Beutler –  alla sua prima esperienza italiana – ha avuto per tre settimane a disposizione circa seimila metri quadri di padiglioni e palazzine quasi del tutto scevri da interventi di restauro. Lo spazio espositivo è da sempre un ingrediente essenziale delle istallazioni di Beutler: costruite sul luogo, esse si rapportano all’ambiente circostante con una “presenza” dimensionale capace di  creare un “doppio indirizzo” nella fruizione dello spazio.

Vediamo così un grande telaio rotante rivestito di fogli di carta da imballaggio modulare  perfettamente il locale che lo accoglie:  l’istallazione obbliga il visitatore a un carosello intorno e dentro la struttura composta di più “anime” dove  la luce ed i colori che essa accende seguono traiettorie sempre mutevoli.

Inoltrandosi per il grande cortile dell’ex fabbrica ci si addentra in ampi padiglioni separati da alte mura, dentro al padiglione più internato si innalza Yellow Escape, la sola opera “completa” dotata di un titolo: la struttura scalare intelaiata con polistirolo e ferro rivestiti di tasselli gialli addenta lo spazio circostante secondo scarti e punti di fuga ben calibrati. Yellow Escare “non è una scala ma una visione della scala: rappresenta il motivo dell’elevarsi”, spiega il candido Friedel, curatore tedesco fino conoscitore di cose italiane.

Telai proto industriali costruiti – dallo stesso Beutler  – verticalizzano tronchi cartacei variamente dipinti che rimodulano il motivo dell’elevarsi ispirandosi forse al motivo fallico di un rito autoctono fortemente radicato nel quartiere, un quartiere degradato di una città politicamente degenere. Investire sulla ricerca e sulla sperimentazione è una chiara inversione di tendenza in una città dominata ancora dalla stessa classe politica che ha generato ogni sorta di mostruosità estetica –  in chiave soprattutto architettonica –  variamente visibili qua e là nella città dei molti ghetti. Ghetti fisici e mentali. Puntare sull’esperienza contemporanea significa provare a restituite al presente una città e un’isola confinate in quella dimensione mitica che è garanzia di immobilismo ideologico. Coinvolgere, includere far interagire gli artisti e gli addetti ai lavori con la gente è una scelta culturale di sicuro successo. Chi resterà a guardare?

ARTE – Catania – dal 22 febbraio al 22 marzo 2009 – FONDAZIONE BRODBECK ARTE CONTEMPORANEA – Fortino #1 – Michael Beutler
FONDAZIONE BRODBECK ARTE CONTEMPORANEA
Via Gramignani 93 (95121)
+39 0957233111, +39 0957233111 (fax)
info@fondazionebrodbeck.it
http://www.fondazionebrodbeck.it
vernissage: 22 febbraio 2009.
curatori: Helmut Friedel, Giovanni Iovane, Salvatore Lacagnina
autori: Michael Beutler espone alla Fondazione Brodbeck fino al 19 Aprile.